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    Orsetto Nalle e i segnali stradali

    È la storia di Nina, del suo Orsacchiotto Nalle e della loro automobile rossa da corsa. Una storia che diventa un modo divertente per parlare di regole e di regole stradali in maniera semplice e coinvolgente anche ai bambini più piccoli. Infatti a fare da guida sarà un simpatico nonno vigile: il Nonno Augusto!

    Nonno Augusto, Nina e Nalle andranno a fare una bella passeggiata percorrendo le strade del Quartiere fino al Parco Giochi e avranno così modo di fare tanti simpatici e divertenti incontri e di imparare tante cose nuove.
    Ma… come in ogni storia che si rispetti c’è sempre un cattivo: il terribile Motociclista Infuriato, che non rispetta nessuna regola e nessun segnale e che ha in mente solo di combinare guai e di correre velocissimo dappertutto.
    Ma Nina e Nalle, con l’aiuto di Nonno Vigile Augusto riusciranno a far capire a quel Pirata della Strada che ci
    sono delle regole da rispettare e che se non si rispettano possono succedere dei grossi guai.

    Testo di Pino Costalunga

    Età: dai 4 anni ai 10 anni

     

     

    E ora, facciamo i conti!

    DOPPIA REPLICA:  ore 18.00 e 18.45
    Tema: numeri e unità di misura
    In questa nuova avventura digitale e interattiva, di Teatro Onlife, ci ritroveremo in un reame fantastico, dove però nessuno sa contare…
    Come risolvere questo grande problema?!
    La matematica e i numeri non servono solo a scuola ma anche nella vita quotidiana.
    Insieme ad una giovane donna e al Magico Folletto dei Numeri, impareremo, giocando, tante curiosità sui numeri e le unità di misura..

    Testo di Pino Costalunga
    Dai 4 anni

    Ma tu, che pesce sei?

    Arriva laggiù in fondo al mare qualcosa o qualcuno che non si è mai visto prima….ma che pesce è? E’ una seppia o una medusa? Un corallo o un pesce palla? O è semplicemente un regalo che qualcuno lassù ha mandato laggiù, nel mare? Nessuno lo sa…c’è chi vorrebbe mandarlo via, chi è curioso di conoscerlo…i più piccoli vogliono assolutamente giocarci assieme….. un dolce e divertente racconto che ha come protagonista il mare e i pesci e che racconta ai bambini in maniera semplice e interattiva come sia importante tenere pulito il nostro pianeta e permettere al mare e a tutti i suoi abitanti di “respirare” e vivere felici.

    Testo di Pino Costaluna
    Da 4 anni

    Bentornato Babbo Natale

    Ritorneranno sul palcoscenico i personaggi già noti e amati dal pubblico: ci saranno Babbo Natale e la Befana, ma anche gli aiutanti folletti, Ortica e Castagna, e pure Chiara e Federico, i due bambini che avevano aiutato il vecchio dalla barba bianca a uscire dal camino…e naturalmente anche Mago Bisesto che, diventato buono, è ora stretto collaboratore della Befana…

    Trama Bentornato Babbo Natale

    … Ma ahimè, anche questa volta c’è un problema: Babbo Natale non vuole saperne di partire per la consueta distribuzione dei doni! Con tutte le distrazioni che ci sono in ogni angolo, con gli spot pubblicitari e tutti i finti Babbo Natale che girano, i bambini e le bambine non credono più alla Magia del Natale e non aspettano più con la gioia nel cuore i doni che lui porta.

    Ecco allora che i nostri amici Folletti, Ortica e Castagna, assieme a Chiara e Federico partono per un’altra avventura con l’intento preciso di aiutare il magico vecchio e di salvare ancora una volta il Natale.

    Ma è veramente così? Oppure c’è sotto di nuovo lo zampino di Mago Bisesto che è ritornato a essere invidioso? O c’è qualche altro oscuro personaggio che sta tramando di nascosto per eliminare definitivamente il Natale?

    Se volete saperlo, non perdete questa nuova appassionante avventura in forma di musical per tutta la famiglia di Fondazione AIDA in cui ritroverete Babbo Natale e tutti i suoi amici!

    Questo musical di Natale per famiglie è il sequel del precedente Buon Natale Babbo Natale.

    In collaborazione con il Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento.

    TOUR 2023-2024

    • 8 dicembre, ore 18.00, Teatro di Montaldo di Castro TV
    • 10 dicembre, ore 16.00, Teatro di Brugherio MB
    • 15 dicembre, ore 16.00, Teatro Montecchio Maggiore VI
    • 16 dicembre, ore 17.30, Teatro Mondo 3 di Moglia MN
    • 17 dicembre, ore 16.00, Teatro Salieri di Legnano VR
    • 23 dicembre, ore 21.00, Cinema Teatro di Castellanza
    • 27 dicembre, ore 17.00, Teatro Rossini di Civitanova Marche

    Parole Venete

    Lo spettacolo

    Con la parola inizia la storia dell’umanità e così il nostro spettacolo: un racconto tra il serio e il divertito di quello che ha significato e significa la parola e in particolare la parola del dialetto veneto o dei dialetti del Veneto. Perché la parola, che da piccini ci è stata donata dalla mamma con le ninna nanne o con le filastrocche, l’abbiamo poi usata per capire com’è fatto il mondo e poi ancora per cercare di spiegare ad altri e a noi quel mondo.

    Qualcuno l’ha pure usata e la usa per convincere, altri per sedurre, alcuni per divertire, altri per emozionare, alcuni per ferire, altri per curare. La parola comunque è lì per permetterci di comunicare. E dalla nostra particolare tradizione veneta – come in molte tradizioni locali o regionali – ci viene la testimonianza, fin dai tempi più lontani, sia dalla tradizione orale che letteraria, di una parola “volgare” (nel senso etimologico del termine) che spesso ha dovuto scontrarsi con la lingua, prima latina e poi italiana (se non con altre lingue), dunque con la parola “colta”.

    “Il dialetto, – spiega Pino Costalunga, regista e interprete – in questo incontro con la “lingua” produce tuttora miscele alle volte così esplosive che possono sconfinare con la comicità più scatenata ma spesso anche con l’arte, a volte anche con l’arte altissima della poesia”.

    Ecco allora che da questo incontro/scontro la lingua è mutata nelle nostre famiglie: a tavola i goti si trasformavano in biceri, i pironi in forchette e la minestra non si mangiava più col sculièro, ma col guciaro. Se al nonno veniva ancora la fiòvra a noi bambini veniva la febbre.

    Attraverso dunque un allegro viaggio nei ricordi d’infanzia, e non solo, dell’attore/autore cresciuto fra le parole venete, scaturiscono le tragicomiche esperienze del suo primo rapporto con la lingua italiana (e più tardi con altre lingue che ha affrontato).

    Si toccano così divertenti registri dei fraintendimenti e degli storpiamenti (pensate a tutta la gamma delle preghiere popolari e reinventate);il risultato è uno spettacolo che con leggerezza e gioia tocca il tema fondamentale di cosa sia la nostra lingua e quindi di chi siamo noi.

    Le canzoni della Piccola Bottega Baltazar condiscono la serata con musiche originali, nonché pescate dal repertorio di autori che pure hanno affrontato questo argomento.

    Il Gruffalò

    Il Gruffalò non ha certamente bisogno di presentazioni. Il personaggio creato da Julia Donaldson e Axel Scheffler protagonista delle pubblicazioni omonime è ormai apprezzato e conosciuto da migliaia di bambini e genitori in tutto il mondo grazie alle traduzioni realizzate in oltre trenta lingue.

    La commedia musicale è stata prodotta per la prima volta in Italia da Fondazione Aida in collaborazione con il Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento, il Teatro Stabile del Veneto e la BSMT – Bernstein School of Musical di Bologna.
    Testo di Pino Costalunga e Manuel Renga, adattamento teatrale e regia di Manuel Renga.

    Pur mantenendosi fedeli ai testi e all’iconografia delle illustrazioni originali, si è creato uno spettacolo musicale interamente nuovo.

    Trama e note di Pino Costalunga

    Cosa fanno quattro giovani amici in un bosco? Vanno a ripulirlo, direte voi, visto che si vedono all’inizio dello spettacolo proprio mentre lo stanno facendo. Ma a noi viene il dubbio che ci vadano per passare qualche giorno e, soprattutto, qualche notte, accampati in una tenda, ad aspettare il momento più bello della giornata, cioè quando, attorno a un fuoco, si racconteranno storie di paura. E cosa c’è di meglio di un bosco di notte per una bella storia di paura?

    Racconteranno la storia di un topolino che, affamato, decide di attraversare il bosco frondoso e pieno di insidie per trovare la ghianda che tanto gli piace e che incontra. Strada facendo, incontra tre brutti ceffi che lo vogliono mangiare: una volpe, una civetta e una biscia. Ma il furbo topolino è scaltro di pensiero e sa bene come cavarsela, con l’aiuto della sua grande Fantasia trova una soluzione che nessuno si può immaginare, nemmeno lui, forse: un mostro terribile dal nome assai noto ai bambini: IL GRUFFALÒ.

    Lasceremo intatte le deliziose rime della scrittrice inglese e gli attori indosseranno dei fantastici costumi che si rifanno alle meravigliose illustrazioni del disegnatore tedesco. I bambini riconosceranno così facilmente quel testo, gustandosi anche divertenti e originalissime canzoni scritte appositamente per lo spettacolo. Le situazioni comiche e mimiche, nonché balli e danze, vanno ad arricchire la favola originale.

    Forse qualcuno del pubblico uscirà dallo spettacolo chiedendosi se esista veramente quello spaventosissimo. Certo che esiste quel mostro: nella nostra storia, ma è un mostro per ridere e giusto per dire ai bambini: usate la fantasia, l’intelligenza e anche un bosco selvaggio e frondoso potrà diventare un luogo in cui è divertente vivere, almeno per qualche tempo, almeno per il tempo dell’infanzia.

    Non superare le dosi consigliate

    Non superare le dosi consigliate è liberamente tratto dall’omonimo libro di Costanza Rizzacasa d’Orsogna.
    Il tema trattato è molto importante e molto diffuso: l’incapacità di accettarsi fisicamente spesso dovuto a disturbi alimentari e dell’immagine.

    L’ obiettivo è quello di offrire punti di vista diversi e alternativi, spunti di riflessione sul fatto che dobbiamo piacere innanzitutto a noi stessi, accettandoci e decidendo, nel caso, di migliorarci perché ci vogliamo bene, non perché non piacciamo agli altri.

    Questo spettacolo, che tratta un tema molto importante soprattutto in età evolutiva, si rivolge principalmente ad un pubblico di adolescenti. Non si intende dare soluzioni, ma far riflettere sui disturbi alimentari e dell’immagine.

    Nel percorso narrativo, che sarà condotto da due attori, si utilizzeranno brani del libro ispiratore, per dare spunti di riflessione importanti e necessità di introspezione: questo farà sì che lo spettatore – al quale verrà implicitamente ed esplicitamente chiesto di diventare co-protagonista – possa, a sua volta, dare voce ai propri ricordi ed emozioni ad essi collegate, ed esporre i suoi disagi, dubbi e timori.

    Al termine dello spettacolo è previsto un momento di dibattito inerente sia ai temi affrontati nell’azione scenica sia ad eventuali importanti esperienze personali che l’ aver assistito allo spettacolo potrebbe aver riportato a galla.

    Faremo riferimento anche al grande ruolo che hanno oggi i social e la manipolazione relativa alle immagini permessa dall’utilizzo di applicazioni specifiche che permettono di modificare le fotografie, ma che poi conducono ad un isolamento sempre più profondo dovuto all’impossibilità di mostrare la vera fisicità non all’altezza dei falsi miglioramenti.

    Lo spettacolo può essere rappresentato non solo nei teatri, ma anche nelle scuole o in spazi non convenzionali. Gli attori, infatti, saranno in mezzo agli spettatori.
    La messa in scena sarà estremamente agile ed usufruirà di luoghi scenici e attrezzerie più che di scenografie vere e proprie.

    La scrittrice e giornalista – Costanza Rizzacasa d’Orsogna, giornalista e saggista, lavora al Corriere della Sera, dove si occupa di letteratura e cultura americane per il supplemento la Lettura. Ha curato Storia di mio padre di Stefano Cagliari (Longanesi 2018) e nel 2020 ha pubblicato per Guanda il suo primo romanzo, Non superare le dosi consigliate.

    Suoni in rivolta

    Suoni in rivolta vuole essere un’esperienza introduttiva al vasto mondo del suono. Per fare ciò si utilizzerà non solo la voce ma anche le varie risonanze del proprio corpo e gli strumenti musicali. I bambini avranno un ruolo attivo nella ricerca dei vari suoni, così da scoprire assieme assonanze e dissonanze, rendendo il loro orecchio più vigile e consapevole della meraviglia sonora che ci circonda.

    La trama

    Quanto è bella la musica! Lo sa bene Maga Stornella, talmente ossessionata dalla musica da essere disposta a tutto pur di diventare la migliore musicista sul pianeta! Ecco perché lei e il suo fedele aiutante Wolfgango (bis bis bis nipote del famoso Mozart) hanno progettato una pozione infallibile per produrre il suono perfetto. Qualcosa però va storto e tutti i suoni del mondo si ribellano, rendendo Wolfgango sordo e muto. Sarà compito di Maga Stornella, assieme all’aiuto prezioso dei bambini, riuscire a convincere i suoni a tornare ad abitare, più armoniosi che mai, il corpo e le orecchie del povero Wolfgango! Per aiutarlo bisognerà cercare i suoni ribelli e scovarli da dove si sono nascosti. Strumenti musicali, i suoni del mondo e il nostro stesso corpo saranno i fedeli aiutanti in questa sfida all’ultima nota!

    C’era due volte il Barone Lamberto

    Lo spettacolo è la riproposizione scenica di una breve novella di Rodari, “C’era due volte il Barone Lamberto”, che vede in scena un attore, Pino Costalunga, e un’illustratrice, Silvia Bonanni, che riesce ad animare i disegni dal vivo grazie ad una tecnica innovativa. A servizio della narrazione vengono utilizzate delle telecamere che si inseriscono negli oggetti di scena o riprendono in diretta il lavoro creativo dell’illustratrice e abile artista nella tecnica del collage, grazie a cui dà forma ai personaggi, ai luoghi e agli oggetti.

    Servendosi delle “creature” di carta – pupazzi e figure animate – inventate appositamente da Silvia Bonanni, Pino Costalunga racconta la divertente storia del Barone Lamberto che paga ben sei servitori per ripetere in continuazione il suo nome – gli era stato detto, infatti, da un santone arabo che tale azione significava tenere sempre in vita la persona nominata – per poi diventare vittima del malvagio nipote che, ambendo alla sua ricchezza, tenta di eliminare a uno a uno tutti i servitori al soldo del Barone.

    Silvia Bonanni – Bravissima illustratrice milanese che ha portato all’estero moltissimi dei suoi lavori e pubblicato molti libri per l’infanzia. Esperta della tecnica del collage, abile costruttrice di “pupazzi” e semplici figure, ha anche realizzato le illustrazioni di una riedizione di “Per fare un tavolo” di Gianni Rodari.

    Pino Costalunga – Con le parole sue, e quelle di Rodari, dà voce alle costruzioni e illustrazioni dallo stile inconfondibile di Silvia, coinvolgendo in continuazione i bambini che si ritroveranno a ricostruire la storia assieme ai nostri due protagonisti.

    Il principe felice

    Lo spettacolo

    Tratto da una delle fiabe più note di Oscar Wilde, lo spettacolo racconta la storia di una profonda amicizia che nasce tra un rondinotto e un principe, ormai statua impreziosita da gioielli pregiati. Nonostante l’arrivo imminente dell’inverno, la rondine rimane per aiutare il principe a distribuire le sue ricchezze ai poveri e ai diseredati della città, dei quali il principe non si era mai accorto quando era una persona in carne ed ossa, perché costretto a vivere perennemente felice dentro le mura del suo invalicabile castello.

     

    Sul palcoscenico due attori che narrano, si muovono, cantano, e dalle cui mani, dal nulla e come per magia, utilizzando pezzi di carta e cartoncino, tutto nasce e la storia si dipana. Sotto gli occhi dello spettatore si formano nuvole, rondini, angeli, fiori, ecc. Tutte le forme realizzate con la carta sono facilmente ricostruibili anche dai bambini.

     

    L’amicizia è un bel sentimento che ci gratifica ma ci richiede anche molta dedizione. L’amore ci dà entusiasmo ma può richiederci anche spirito di sacrificio. Sentimenti grandi, nobili, che spesso si trovano a fare i conti con un mondo fatto di cose molto più piccole e meschine. Non si può dire: basterebbe poco.

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