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    Quando il gattino Findus era scomparso

    I libri di Pettson – Pietro, nella traduzione – e Findus sono molto noti in Svezia, da dove provengono, e nei paesi di lingua inglese, dove sono tradotti. In Italia non ne è stata curata ancora la traduzione. Il racconto che viene presentato è una traduzione di Pino Costalunga. L’autore è appunto lo svedese Sven Nordqvist del quale sono anche i disegni nel libro che viene usato per la rappresentazione.

    Trama

    La narrazione è la storia di un gatto e del suo padrone. Il signor Pietro vive con le sue galline in una grande casa di campagna e si sente molto solo. Ma un giorno arriva la sua vicina di casa Beda Andersson con una scatola di cartone con scritto in grande: “Findus. Piselli verdi”. Ma dentro non ci sono i piselli, dentro c’è un piccolo, piccolissimo micio… Ed è così che il gatto Findus diventa amico di Pietro e… molte altre cose

    Età: dai 3 anni

    Il bosco delle lettere

    Una simpatica narrazione con tante filastrocche per giocare con le regole ortografiche. In corrispondenza con l’uscita del libro di Pino Costalunga Il Bosco delle lettere edito dal Gruppo Editoriale Raffaello – Il Mulino a Vento.

    Trama

    Alin e Carlotta corrono felici a scuola: oggi la loro maestra ha organizzato una strana caccia al Tesoro. E sarà davvero speciale, con animali, robot, passaggi segreti, sotteranei bui e un bosco pieno di… trappole grammaticali. Un racconto istruttivo e divertente e una raccolta di buffe filastrocche per avvicinare i giovani lettori all’ortografia e alla grammatica italiana e far capire quanto in realtà ci si possa divertire con regole, parole e accenti.

    Età: Dai 7 anni in su.

    Leggere fa male alla salute

    Grazie a questa lettura i ragazzi avranno l’occasione di trovarsi davanti al fascino della buona letteratura e ad una voce che le renderà vive. Non sarà facile sfuggire a questo fascino… con il rischio di cominciare a diventare dei lettori.

    Un percorso per amare la lettura

    Un percorso anche per coloro a cui non piace leggere dedicato ai ragazzi della scuola secondaria di primo grado. L’incontro sarà impostato in maniera ironica e divertente, si metterà in guardia dai pericoli della lettura: “la lettura può far pensare e pensare è troppo faticoso, meglio non pensare!” La lettura può aiutare a fare delle scelte e a capire che la realtà non è semplice come spesso la dipinge la cattiva TV o il giornalismo addomesticato.

    Si partirà dal presupposto che a molti ragazzi non piace leggere, senza colpevolizzare i ragazzi, perché spesso il problema è che veramente per molti leggere è diventato difficile, lo stanno dimostrando molti studi. Inoltre. molti non hanno avuto ancora l’opportunità di incontrare le pagine giuste che abbiano fatto scattare la molla del piacere.

    Età: dagli 11 anni

    Principessa Piccolina

    Principessa Piccolina è una lettura per bambini tratta dal libro di Ulf Stark. Tradotto e adattato da Pino Costalunga Principessa Piccolina – edito da edizioni Raffaello / Le Pepite.

    Trama

    Perché la Piccola Principessa dalla voce soave e melodiosa canta canzoni così belle e tristi? Perché lei non è come tutti gli altri bambini, così almeno dicono il Re e la Regina. Chissà se la pensa così anche il simpatico Principe che, passando un giorno di là, sente il suo dolcissimo canto… Un racconto che affronta in maniera poetica e divertente i temi della diversità e dell’affettività. Ulf Stark, il grande scrittore svedese, nella sua prima visita a Vicenza, rimasto affascinato dalla bellissima leggenda della principessa Jana di Villa ai Nani, una elegante dimora settecentesca situata sulle verdi colline che circondano la città, ha voluto reinterpretarla e riscriverla. Pino Costalunga, che allora gliela aveva raccontata, ne ha curato la traduzione dallo svedese e l’adattamento, rendendo la narrazione ideale per bambini, con l’aiuto di piccoli oggetti e figure.

    Età: dai 4 anni

    Ma perché tutti mi chiamano Frankenstein?

    C’era una volta una mamma così povera ma così povera da non potere avere figli…e così decise di costruirne uno! E lo chiamò Teo, come Prometeo, ma tutti lo chiamavano FRANKENSTEIN.

     

    Lo spettacolo

    La storia narra di Teo, un bambino buono, ma diverso da tutti gli altri: la mamma ha usato le cose sbagliate per fargli corpo e testa, si muove in maniera sgraziata e non capisce subito tutto. Anche il Dottor Frankenstein, del famoso romanzo di Mary Shelley,  si costruisce una specie di figlioccio, in quel caso assai mostruoso e spaventoso, ed è proprio per questo che quel bambino, viene chiamato da tutti Frankenstein. Ma il suo cuore è come quello di tutti gli altri bambini, forse ancora più speciale, perché ha usato le cose più preziose che aveva per costruirlo… quali?  Non ve lo diciamo, non vogliamo raccontarvi tutta la storia, vogliamo solo dirvi che è una storia dove si ride, dove ci si commuove e con qualche piccolo brivido di paura di tanto in tanto.

     

    Pino Costalunga, regista dello spettacolo, spiega: “In questa libera versione per ragazzi, Frankenstein è un mostro semplicemente perché diverso da tutti gli altri, frutto della fantasia. Purtroppo spesso la fantasia unita alla paura crea mostri anche dove non ci sono, impedisce il confronto e spesso limita addirittura la nostra capacità di amare, portandoci a quel sentimento deleterio che è l’odio o a stupide azioni di bullismo.”

     

    Musiche

    Ascolta le musiche e le canzoni di Ma perché tutti mi chiamano Frankenstein? su Spotify, AppleMusic e altre piattaforme musicali di streaming!

    Gian Burrasca

     

     

    Un diario pieno di pagine bianche è il regalo che Giannino Stoppani riceve il mercoledì 20 settembre 1905 in occasione del suo nono compleanno: pagine bianche tutte da riempire di fatti e di …misfatti.

    Giannino, il protagonista, combina tanti guai non perché è cattivo, ma perché è un curioso, nel senso più positivo del termine, perché vuole il bene suo, ma soprattutto quello degli altri, perché è un bambino aperto al mondo e perché, come tutti i bambini, ha un forte senso della giustizia.

    Ci sembrava interessante mettere in scene le avventure di un bambino vivace, ma vivo, pieno di gioia di vivere con gli altri e di fantasia come Gian Burrasca, in un momento in cui i bambini non ricevono più in dono diari con fogli bianchi da riempire con racconti di sé in relazione con il mondo, nei quali immortalare le loro giornate piene di avventure e di fantasia.

    Mettere in scena il Giornalino di Gian Burrasca vuol dire riproporre una storia antica, ma che riesce a parlare ancora oggi di un mondo fatto di sentimenti semplici, ma forti, lontano, ma che ha ancora molto da dire.

    Appunti di regia

    La nostra edizione tiene conto non solo del romanzo di Vamba (Luigi Bertelli), ma anche della storica edizione televisiva che la RAI produsse nel 1964 con la regia di Lina Wertmüller e le musiche di Nino Rota e con Rita Pavone come protagonista.

    La scena in bianco e nero si apre come le pagine di quel libro\diario, rilanciando allo spettatore bambino e adulto l’incanto della semplicità  di un mondo che non c’è più. Ecco perché l’idea di mantenere il linguaggio originale di Vamba, per suscitare nello spettatore bambino la curiosità delle parole, la vivacità di un vocabolario che sarà comprensibile al di là della caduta in uso di alcuni termini (come “busse”, “collegio” ecc) o la rarità del loro uso (“parsimonia” ecc)  come sempre succede nel gioco del teatro.

    Dallo sceneggiato mutuiamo l’idea di far interpretare il ruolo di Gian Burrasca all’attrice e tutti gli altri ruoli ad altri due attori (il gioco del mascheramento teatrale!) e proponiamo  musiche e canzoni di quella lontana versione televisiva, anche se poi ci dirigiamo verso un allestimento teatrale completamente nuovo, che ha il sapore della favola antica, in stile Liberty o di Varietà primi ‘900, ma che può parlare al bambino e all’adulto di oggi.

    Il diavolo fortunato

    La fortuna è un dono che ci viene dato o è qualcosa che si crea con tanto impegno e forza di volontà? Questo si chiedono i due strambi amici che vogliono raccontare questa storia.

    E la storia parla proprio di questo: di un ragazzo che, nonostante da piccolo sia finito in un pozzo dove troverà una strana vecchina che lo investirà di fortuna eterna, dovrà trovare crescendo, la forza e il coraggio di superare i mille ostacoli che gli si parano davanti.
    Un Re invidioso della fortuna del ragazzo e preoccupato di perdere la corona, cercherà in tutti i modi di liberarsi di lui, mandandolo fino all’inferno a strappare tre capelli d’oro dalla testa del Diavolo in persona, pur di toglierselo di torno.
    Il ragazzo per strada incontrerà briganti, regine, strane vecchiette, sfingi dai complessi indovinelli e perfino un vecchio rematore infelice e arriverà a scoprire che anche il Diavolo ha una nonna (e che nonna)!
    Sarà un viaggio pieno di coraggio, colpi di scena e combattimenti all’ultima rima.

    Riuscirà il nostro eroe a tornare sano e salvo dal viaggio infernale architettato dal perfido Re Giovanni?

    È proprio vero che la fortuna aiuta gli audaci?

    Scopritelo con noi!

    Spettacolo realizzato con il contributo della Provincia di Trento

    Buon Natale Babbo Natale

    Buon Natale Babbo Natale è una fiaba natalizia che fa riferimento alla tradizione e al contempo tratta temi propri della contemporaneità. Aiuterà i bambini ma anche gli adulti a dare spazio alla parte fantastica e sognatrice che risiede nel profondo di ciascuno. La commedia musicale porta in scena un Babbo Natale diverso dal solito. Infatti, questo Babbo non riesce più a passare nei camini e portare i regali ai bambini durante la Vigilia di Natale. Con l’aiuto di Ortica e Castagna, i folletti aiutanti, e Federico e Chiara, i due bambini protagonisti, affronterà, tra colpi di scena e canzoni, diverse difficoltà, non ultime i temibili tranelli seminati qua e là dal cattivissimo  il terribile piano di Mago Bisesto.

    Trama

    E se Babbo Natale non potesse più portare i doni ai bambini come fa da sempre puntualmente ogni anno? E se neppure la Befana fosse disponibile a sostituirlo?  Il Natale rischierebbe di diventare un giorno come tanti altri, anzi, più triste e noioso. Nel suo primo volo di prova, Babbo Natale si è incastrato nel camino della casa di due bambini e non riesce più a venirne fuori. A dire il vero Babbo Natale non riesce più a venir fuori da tutta una serie di altri piccoli problemi. In questi ultimi tempi è molto ingrassato, mangia solo delle grosse caramelle colorate mandategli da un ammiratore sconosciuto e non ne vuole proprio sapere di mettersi a dieta. Ma la cosa peggiore è che gli è passata anche la voglia di volare con le sue renne e la sua slitta.
    Per fortuna Federico e Chiara, i bambini protagonisti di questa storia, sono bravi e intelligenti. Alla fine, troveranno il modo non solo di aiutare Babbo Natale a uscire dal camino, ma anche a risolvere una faccenda molto pericolosa per lui e per tutti i bambini del mondo.

    I nostri due amici, con l’aiuto dei Folletti di Babbo Natale, Ortica e Castagna, scopriranno infatti che il terribile Mago Bisesto, invidioso del fatto che la sua festa cada una sola volta ogni quattro anni e non sia mai attesa e festeggiata come si deve, ha ordito un piano terribile per abolire per sempre la gioia del Natale cercando di mettere fuori gioco sia Babbo Natale che la Befana.

    Tra colpi di scena, canzoni e gran divertimento, alla fine il Natale sarà salvato e tutti potranno gridare e cantare ancora insieme e felici: Buon Natale, Babbo Natale!

     

    Attraversamenti

    Un ragazzo e una ragazza si incontrano per caso in un giardino pubblico e per caso iniziano a dialogare. Tutti e due si trovano a raccontare il loro passato: due passati molto diversi tra di loro.

    Lei è figlia di una famiglia benestante, ma forse un po’ troppo bigotta e chiusa. Una famiglia che vede nella figlia la possibilità di realizzare sogni che sono però solo dei genitori, che non riesce a riconoscere nella figlia una persona con una sua capacità di volere e di desiderare. E qui nascono le discussioni e i litigi, soprattutto con il padre, le incomprensioni con una madre troppo debole, qui nasce il malessere della figlia, sintomi che poi sfoceranno in una reazione violenta e pericolosa. Lui, invece, è un ragazzo che arriva da un paese lontano e povero, che ha attraversato il mare e sperimentato ogni sorta di sopruso mentale e fisico, un ragazzo alla ricerca di un benessere che non poteva avere nel suo paese d’origine.

    Due storie diverse, ma tutte e due raccontate per suscitare domande, per porre dei problemi, per cercare insieme delle soluzioni. Tutte e due per parlare della Carta dei Diritti del Ragazzo e del Bambino.

     

    Questo spettacolo in particolar modo prende in considerazione i seguenti articoli della Carta dei Diritti dei Minori:

    Art. 6 – hai il diritto di vivere

    Art. 7- Hai diritto a un nome che deve essere riconosciuto ufficialmente dal governo. Hai il diritto a una nazionalità (di appartenere a un paese)

    Art. 12 – hai il diritto di dire la tua opinione e gli adulti devono ascoltarti e prenderti seriamente

    Art. 14 – I tuoi genitori dovrebbero aiutarti a decidere cosa è giusto e cosa è sbagliato e cosa è meglio per te.

    Art. 32 – Hai il diritto alla protezione dal lavoro che danneggia te, la tua salute e la tua educazione. Se lavori, hai il diritto alla sicurezza e a essere pagato in modo equo

    Il libro della giungla

    Lo spettacolo

    Cos’è? Dove si trova di preciso? Cosa c’è nella giungla? Immaginarla potrà essere semplice ma, in effetti, spiegare la giungla a un bambino un pochino meno.

    Ecco allora che, a venirci in aiuto, sono le avventure del piccolo Mowgli che vive prorpio nella giungla indiana. Mowgli è il cucciolo d’uomo che la terribile Tigre Zoppa Shere Khan ha catturato e vuole  mangiarsi. Salvato da una coppia di Lupi che lo sottrae al famelico morso felino è nella Giungla che si svolgono tutte le sue avventure ed è sempre lì che nascono le sue grandi amicizie, soprattutto quella con l’Orso Baloo e con la Pantera Bagheera. La Giungla è amica dunque ma è più spesso pericolosa e Mowgli, nonostante gli insegnamenti di Baloo e della Pantera Bagheera, non poche volte mette a repentaglio la sua vita. E allora cosa lo contraddistingue e cosa lo rende speciale rispetto agli altri animali e abitanti della Giungla? Una cosa per lui preziosa ma anche pericolosa: il suo sguardo!

    E’ facile capire da tutto questo che la Giungla può essere una metafora, che la giungla può essere là fuori, dovunque, con tutte le avventure belle da vivere, con tutte le straordinarie amicizie, ma anche con i suoi pericoli e le sue paure.

    Ed è questo che la nostra versione teatrale del famoso racconto di Kipling vuole raccontare ai bambini dando a loro più chiavi di lettura pur rimanendo fedeli a quella magnifica storia che il libro dell’autore inglese premio Nobel nel 1907 prima e la versione a cartoni animati di Walt Disney poi hanno reso famoso in tutto il mondo.

    Musiche

    Puoi ascoltare le musiche de Il Libro della Giungla su Spotify, Apple Music e sulle altre piattaforme di streaming musicale!