Ho preso visione e accetto le modalità di trattamento dei dati personali descritte alla pagina Privacy Policy

    Pippi Calzelunghe

    Pippi Calzelunghe

    Astrid Lindgren ha regalato alla figlia Karin, per il nono compleanno, il libro di storie della strana bambina dalle trecce all’insù che viveva tutta sola in una grande casa. Ed è così che è nata Pippi Calzelunghe.

    Lo spettacolo narra le vicenda di Pippi, una bambina fuori dagli schemi, e dei suoi amici attraverso i loro occhi sbarazzini e spensierati. La storia di Pippi si snoderà dal suo arrivo nella vecchia casa, Villa Villacolle, con una scimmietta dallo strano nome il Signor Nilsson e con un cavallo sistemato nella veranda, alle sue avventure con Annika e Tommy, i suoi vicini di casa e compagni di giochi, in una scenografia coloratissima. I tratti di questo personaggio sono stati di ispirazione per molti bestseller svedesi, tra questi il personaggio di Lisbeth Salander della saga Millenium di Stieg Larsson.

    Curiosità dell’allestimento

    Durante l’allestimento Olof Nyman, il marito di Karin, figlia di Astrid Lindgren e rappresentante degli eredi, ha revisionato la drammaturgia del testo confermandone l’autenticità. La stessa Karin ha partecipato alle prove generali approvandone autenticità e confermando la distribuzione in Italia.
    Regia e adattamento sono di Marinella Rolfart e Pino Costalunga.
    Scene, costumi e pupazzi di Tjåsa Gusfor, una delle più importanti scenografe svedesi, che ha ricreato il suo micro mondo: una sorta di  miniaturizzazione fantastica dove i pupazzi (guidati dagli attori a vista, non nascosti come nel teatro delle marionette) sono i veri protagonisti della scena.

    Il mago di Oz

    Ne Il Mago di Oz Dorothy, una bambina che vive nel Kansas assieme ai propri zii, viene scaraventata da un ciclone improvviso in un paese popolato da strani personaggi. Atterra nel villaggio dei Succhialimoni, degli ometti bizzarri che la ringraziano perchè ha ucciso la Strega cattiva dell’Est, schiacciata dalla caduta della casa.

    Il suo unico pensiero è quello di fare ritorno a casa, ma pare che il solo che possa aiutarla sia il Mago di Oz. Lungo il cammino che la condurrà dal Mago, Dorothy incontra lo Spaventapasseri, il Boscaiolo di Latta e il Leone Vigliacco. I suoi nuovi amici pensano di avere un vuoto da colmare, per questo hanno bisogno dell’intervento del Mago di Oz. Lo Spaventapasseri crede di aver bisogno di un cervello, il Boscaiolo di Latta di un cuore e il Leone di coraggio, mentre Dorothy non vuole fare altro che ritornare nel suo paese.

    Durante il viaggio, ognuno di loro – affrontando le proprie paure per superare gli ostacoli che si presenteranno lungo il percorso – mostrerà di possedere già ciò che pensava gli mancasse.

    Rivolgendoci direttamente al testo di Baum, nel nostro Il Mago di Oz abbiamo cercato di evidenziarne l’aspetto più “fantastico” legato a quell’esperienza attraverso cui tutti siamo passati. Quel pericoloso e tortuoso cammino che è il crescere, il diventare grandi. Ci vuole decisamente cervello, cuore e coraggio!

     

    Le quattro stagioni e Piccolo Vento

    Buongiorno Primavera!

    Sono io, Piccolo Vento!

    Canto dall’alto e mi tuffo

    mi intrufolo in ogni spiraglio

    soffiando con voce di tuono

    arruffo le piume dei passeri

    che ridono e ridono e ridono

    e volano in alto pieni di aria.

     

    Lo spettacolo

    Uno spettacolo che coinvolge il pubblico dei più piccoli sul tema delle quattro stagioni e dell’ascolto della natura.

    Sulla base delle musiche de “Le quattro stagioni” di Antonio Vivaldi, un esempio di musica a soggetto vitale e ricca d’inventiva, si snoda questa frizzante storia, che segue con sorrisi e poesia le avventure di Piccolo Vento, attraverso le stagioni e i loro cambiamenti: paesaggi, colori, profumi, sfumature, suoni… e musiche.

    Con l’aiuto dei tre attori in scena, Piccolo Vento parla al pubblico, attirando l’attenzione dei bambini sull’osservazione delle piccole cose della natura e sull’ascolto del racconto musicale. I tre attori in scena, alternandosi in danze e narrazioni, giocheranno insieme ai bambini ad ascoltare le parole di Piccolo Vento e ad accompagnarlo alla ricerca della sua mamma Zefiro, scivolando armoniosamente da una stagione all’altra.

    La Badante

    Questo fenomeno, oltre a risolvere in maniera capillare il grosso problema della carenza di posti nell’accoglienza pubblica e\o privata della persona sola e non autosufficiente e oltre a garantire cura e tranquillità a persone altrimenti obbligate a lasciare le loro case e le loro abitudini, ha però causato, come detto, un cambio netto nelle relazioni all’interno della famiglia. È partendo da questo presupposto che si muove il nostro spettacolo.
    Anche se condotto con mano leggera e spesso divertita, con la struttura addirittura della storia dai toni “gialli”, se non “noir”, la nostra messa in scena ha la voglia di indagare sul cambio delle relazioni umane, sulla nascita di nuovi sentimenti, su come questo fenomeno dell’arrivo delle Badanti abbia in qualche modo cambiato anche il nostro concetto di relazione familiare.
    Lo spettacolo non vuole risolvere una questione né essere un documentario di tipo giornalistico, vuole però offrire dei temi a questo dibattito e entrare nella discussione con piede leggero e spesso divertito quasi a dire che i rapporti umani, la famiglia, le persone sono entità continuamente in fase di cambio e di evoluzione e che tutto in questa nostra vita è fatto di trasformazioni e adattamenti…. …E che ogni cosa, per essere giudicata, dev’essere prima capita. Ecco, questo spettacolo divertente e scanzonato, dai toni “giallo-noir”, vuol offrire un piccolo tassello a questa comprensione.

    Trama La Badante

    Trento (ma potrebbe essere una qualsiasi città italiana).
    Un vecchio attore di teatro in sedia a rotelle e una badante che non viene dall’Est, ma viene “dall’ovest, anzi dal sud-ovest” come dice lei in una battuta dello spettacolo, intendendo Modena (ma potrebbe essere qualsiasi altra città italiana).
    Ognuno porta dentro di sé una storia, fatta di momenti felici, ma anche di rimpianti e di risentimenti e queste due storie, come è inevitabile, a volte si incontrano e a volte si scontrano, tirando fuori i pensieri e i desideri di ognuno dei due protagonisti, anche i più nascosti, creando alle volte intesa, ma più spesso incomprensione, se non aspra contrapposizione.
    Lei, Teresa, con la forza di vivere e la gioia tipica di una donna giovane, ma pure persa in un mondo che non capisce, non riconosce come suo e che fatica ad accettare, dove capacità di competere e di adattamento, anche a situazioni difficilmente accettabili, sono le qualità più richieste, per cui vive di incertezze e di paure, ma prova pure risentimenti difficilmente celabili, come verso tutte quelle donne che vengono in Italia da paesi stranieri a fare questo lavoro.
    Lui, Giuseppe, con una storia non del tutto chiara alle spalle, fatta di luci – poche – e ombre – moltissime -, ma che si svela a poco a poco nel procedere dello spettacolo, come spesso succede in teatro, luogo in cui lui, attore, ha lavorato per una vita intera. E ogni tanto può succedere che il tutto non funzioni, come pure alle volte capita a teatro, o che funzioni talmente a meraviglia, che sembra non funzionare. Troppo sibillino? No: alla fine tutto sarà chiaro, chiarissimo e finalmente si potrà fare una bella risata liberatoria.
    … Ma dovete aspettare la fine, come in qualsiasi Racconto Giallo che si rispetti.

    Il Gruffalò

    Il Gruffalò non ha certamente bisogno di presentazioni. Il personaggio creato da Julia Donaldson e Axel Scheffler protagonista delle pubblicazioni omonime è ormai apprezzato e conosciuto da migliaia di bambini e genitori in tutto il mondo grazie alle traduzioni realizzate in oltre trenta lingue.

    La commedia musicale è stata prodotta per la prima volta in Italia da Fondazione Aida in collaborazione con il Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento, il Teatro Stabile del Veneto e la BSMT – Bernstein School of Musical di Bologna.
    Testo di Pino Costalunga e Manuel Renga, adattamento teatrale e regia di Manuel Renga.

    Pur mantenendosi fedeli ai testi e all’iconografia delle illustrazioni originali, si è creato uno spettacolo musicale interamente nuovo.

    Trama e note di Pino Costalunga

    Cosa fanno quattro giovani amici in un bosco? Vanno a ripulirlo, direte voi, visto che si vedono all’inizio dello spettacolo proprio mentre lo stanno facendo. Ma a noi viene il dubbio che ci vadano per passare qualche giorno e, soprattutto, qualche notte, accampati in una tenda, ad aspettare il momento più bello della giornata, cioè quando, attorno a un fuoco, si racconteranno storie di paura. E cosa c’è di meglio di un bosco di notte per una bella storia di paura?

    Racconteranno la storia di un topolino che, affamato, decide di attraversare il bosco frondoso e pieno di insidie per trovare la ghianda che tanto gli piace e che incontra. Strada facendo, incontra tre brutti ceffi che lo vogliono mangiare: una volpe, una civetta e una biscia. Ma il furbo topolino è scaltro di pensiero e sa bene come cavarsela, con l’aiuto della sua grande Fantasia trova una soluzione che nessuno si può immaginare, nemmeno lui, forse: un mostro terribile dal nome assai noto ai bambini: IL GRUFFALÒ.

    Lasceremo intatte le deliziose rime della scrittrice inglese e gli attori indosseranno dei fantastici costumi che si rifanno alle meravigliose illustrazioni del disegnatore tedesco. I bambini riconosceranno così facilmente quel testo, gustandosi anche divertenti e originalissime canzoni scritte appositamente per lo spettacolo. Le situazioni comiche e mimiche, nonché balli e danze, vanno ad arricchire la favola originale.

    Forse qualcuno del pubblico uscirà dallo spettacolo chiedendosi se esista veramente quello spaventosissimo. Certo che esiste quel mostro: nella nostra storia, ma è un mostro per ridere e giusto per dire ai bambini: usate la fantasia, l’intelligenza e anche un bosco selvaggio e frondoso potrà diventare un luogo in cui è divertente vivere, almeno per qualche tempo, almeno per il tempo dell’infanzia.

    C’era due volte il Barone Lamberto

    Lo spettacolo è la riproposizione scenica di una breve novella di Rodari, “C’era due volte il Barone Lamberto”, che vede in scena un attore, Pino Costalunga, e un’illustratrice, Silvia Bonanni, che riesce ad animare i disegni dal vivo grazie ad una tecnica innovativa. A servizio della narrazione vengono utilizzate delle telecamere che si inseriscono negli oggetti di scena o riprendono in diretta il lavoro creativo dell’illustratrice e abile artista nella tecnica del collage, grazie a cui dà forma ai personaggi, ai luoghi e agli oggetti.

    Servendosi delle “creature” di carta – pupazzi e figure animate – inventate appositamente da Silvia Bonanni, Pino Costalunga racconta la divertente storia del Barone Lamberto che paga ben sei servitori per ripetere in continuazione il suo nome – gli era stato detto, infatti, da un santone arabo che tale azione significava tenere sempre in vita la persona nominata – per poi diventare vittima del malvagio nipote che, ambendo alla sua ricchezza, tenta di eliminare a uno a uno tutti i servitori al soldo del Barone.

    Silvia Bonanni – Bravissima illustratrice milanese che ha portato all’estero moltissimi dei suoi lavori e pubblicato molti libri per l’infanzia. Esperta della tecnica del collage, abile costruttrice di “pupazzi” e semplici figure, ha anche realizzato le illustrazioni di una riedizione di “Per fare un tavolo” di Gianni Rodari.

    Pino Costalunga – Con le parole sue, e quelle di Rodari, dà voce alle costruzioni e illustrazioni dallo stile inconfondibile di Silvia, coinvolgendo in continuazione i bambini che si ritroveranno a ricostruire la storia assieme ai nostri due protagonisti.

    Campagna di raccolta fondi per Teatro Onlife

    Con l’emergenza sanitaria in corso i teatri, così come tanti altri spazi di aggregazione e cultura, hanno chiuso lasciando un grandissimo vuoto. Teatro Onlife vuole essere una valida e strutturata alternativa allo spazio fisico del teatro, un nuovo modo di fare e fruire di questa forma d’arte, con gli spettatori al centro.
    Che sarà utile anche quando i teatri apriranno.

    Svilupperemo una piattaforma software specifica che permetterà al Teatro, e soprattutto il Teatro Ragazzi di rompere i tradizionali schemi di rappresentazione per entrare in una nuova, innovativa, dimensione virtuale.

    Il progetto rappresenta una scommessa che il Teatro Ragazzi lancia nel coniugare tre soggetti differenti

    1. l’attore con la sua azione performativa e pedagogica
    2. il pubblico, in particolare il pubblico dei ragazzi, inclusi i bambini con disabilità
    3. il sistema digitale

    La scommessa consiste nel mantenere vivo e costante il denominatore che fa dello spettacolo dal vivo un evento irripetibile e interattivo, creando nuova affluenza di pubblico, attraverso l’incontro su una piattaforma digitale dedicata.

    Come sostenere il progetto?

    Come si sviluppa Teatro Onlife

    Svilupperemo diverse e innovative tecnologie. Quelle che in 90 giorni ci permetteranno di andare in scena in maniera più strutturata rispetto alle sperimentazioni fatte finora sono.

    La realizzazione della piattaforma web che ospiterà i diversi spazi virtuali (ognuno corrisponde a uno spettacolo).

    Per realizzare tale piattaforma un team di esperti si occuperà di individuare la Minimum Viable Product ovvero lo strumento che ci permetterà di identificare la versione più semplice in quanto a efficacia e immediatezza e che offrirà le funzionalità principali (dette “core”) di Teatro Onlife.

    In contemporanea, un team di sviluppo web e app si dedicherà alla creazione di altri due strumenti funzionali del prodotto: la app per i bambini e la piattaforma editoriale.

    Lo sviluppo della App

    Permetterà agli spettatori, bambini e ragazzi con genitori e nonni, di interagire durante lo spettacolo (con emoj, con disegni prestabiliti ecc). Questa fase verrà seguita da un team composto di persone qualificate per lo sviluppo del web e per la realizzazione della app. In questo modo lo show potrà utilizzare risorse quali filmati, disegni, elementi grafici o file audio che potranno poi essere riprodotti e utilizzati dagli attori e dagli spettatori. Poiché la piattaforma sarà gestita tramite più server remoti, gli spettacoli potranno essere svolti contemporaneamente con partecipanti connessi da qualunque località. I genitori potranno configurare gli account dei figli, prenotare gli spettacoli e controllarne lo svolgimento tramite il sito web, i bambini potranno accedere tramite l’app su tablet.

    La piattaforma editoriale online

    Registi e attori contribuiranno a creare il palinsesto ovvero la programmazione strutturata di eventi ai quali prendere parte. Questa parte si compone dello:

    • spazio virtuale con grafiche, sfondi e suoni, programmazione di effetti visivi e sonori (andremo ad animare i diversi spazi virtuali)
    • la messa in onda della storia nel giorno e orari stabiliti dal palinsesto, esecuzione dello storyboard e gestione in tempo reale dell’interazione con i bambini

    Chi farà cosa?

    Per realizzare questa fase selezioneremo un team di progettazione composto da un regista teatro ragazzi, un psicologo dell’infanzia, un illustratore infanzia, un web designer, un sistemista, un coordinatore organizzativo.

    Con lo sviluppo di queste tecnologie Teatro Onlife può andare in scena.

    Tempi di realizzazione

    90 giorni
    Inizio progettazione: 22 marzo 2021
    Sperimentazione nel periodo estivo

    Avvio piattaforma nella stagione teatrale 2021/2022

    Quando il pubblico potrà fruirne?

    Teatro Onlife diventerà un’attività permanente e struttura che andrà a integrarsi alla programmazione teatrale più tradizionale.
    Gli spettacoli di Teatro Onlife saranno fruibili dal pubblico a partire dalla stagione teatrale 2021/2022: coordineremo spettacoli in presenza ed eventi Onlife ai quali potrà partecipare una platea vasta e senza limitazioni.

    Perché?

    Teatro Onlife è un modo nuovo e innovativo di esperienza teatrale per i bambini.
    Non si sostituisce all’esperienza in presenza. Si integra ad essa e sarà l’occasione per guardare al futuro!

     

    B&B (Biancaneve e la Bella Addormentata) nella Valle incaRtata

    B&B (Biancaneve e la Bella Addormentata) nella Valle incaRtata è un “delicato spettacolo per ragazzi” sul tema della parità di genere del progetto Teatro Onlife. Scritto e interpretato da Pino Costalunga, con le bellissime figure di carta realizzate da Gaia Bellini.  Per ricreare le varie ambientazioni, Bellini ha realizzato un diorama dove entrano ed escono i personaggi interpretati da Costalunga. La proposta è una sintesi che unisce: l’abilità di una giovane artista, il teatro di figura e le possibilità tecnologiche che consentiranno a Costalunga di districarsi dentro e fuori le scene, dentro e fuori i personaggi.

    Trama B&B (Biancaneve e la Bella Addormentata) nella Valle incaRtata

    Anche Nella Valle IncaRtata ci sono dei Libri con delle bellissime Fiabe, ma quando qualche pagina o qualche angolo di carta si strappa e se ne va, in quella valle speciale, le fiabe non vanno più come dovrebbero andare.

    Là, nella Valle IncaRtata, ci vivono naturalmente anche La Bella Addormentata nel Bosco e Biancaneve, ma sono molto preoccupate, infatti il principe che dovrebbe risvegliarle con un bacio, non arriva.

    Cos’è successo?

    Non c’è problema, B&B cioè Biancaneve e La Bella Addormentata nel Bosco, le due famose Principesse, decidono di cercare il Principe e di capire dove sia finito e cosa gli sia capitato?
    E se il Principe fosse tenuto prigioniero da un terribile Drago Sputafuoco? Ma non sono i Principi, di solito, che liberano le Principessa dai Draghi?
    Non importa, B&B proveranno a stanare e a cacciare il Drago per poter liberare il Povero Principe.

    Insomma, niente nella Valle IncaRtata funziona come dovrebbe funzionare, ma… è molto più bello così e anche più interessante e soprattutto molto, ma molto più DIVERTENTE …

    Cosa portare durante lo spettacolo

    Anche in questo spettacolo di Teatro Onlife, per favorire la partecipazione e l’interazione, ai bambini viene chiesto di portare una serie di oggetti. In questo caso:

    • un oggetto qualsiasi che permetta loro di diventare, a scelta, il personaggio del drago, del principe o della principessa
    • una chiave molto grande
    • un bicchiere di plastica o, in alternativa, un tubo di carta (come quelli della carta igienica)

    Nella sezione download trovate le istruzioni per realizzare una marionetta da dito da tenere, se volete, durante lo spettacolo.

    Il re che aveva paura del buio

    Devi sapere caro principe che quando tocca a noi animali della notte uscire fuori dalle nostre tane, solitamente gli animali del giorno, compresi voi esseri umani, chiudete gli occhi per riposarvi e ricordare tutto il giorno appena passato. E questi ricordi sono colorati e pieni di cose fantastiche che sembrano reali. E si chiamano i sogni. Nei sogni puoi essere tutto ciò che vuoi.
    Incipit de Il re che aveva paura del buio

    Il re che aveva paura del buio è una favola originale, scritta e interpretata da Mariangela Diana. Le ispirazioni nascono dal racconto “L’ombra” di Hans Christian Andersen, dalla favola “Fioccobianco e i rumori della notte” di Anna Oliviero Ferraris.

    In Il re che aveva paura del buio la lucciola diventa simbolo della necessità dell’esistenza della notte e del buio, e ricorda che c’è sempre un modo per illuminare e sentirsi al sicuro.

    Protagonisti oltre alla lucciola sono un bambino, un principe che insegnerà a suo padre, il re, come non avere paura del buio, e anzi amarne le caratteristiche, naturali e suggestive come quelle della luce.

    Note di regia Il re che aveva paura del buio

    “Privarsi del buio e della notte – spiega Mariangela Diana, autrice e interprete, premio Hystrio alla Vocazione 2019 – vorrebbe dire non conoscere gli altri mille colori del cielo, gli animali notturni e le stelle cadenti. Il buio di una stanza scatena le fantasie spesso negative e più spaventose: streghe, fantasmi e mostri sotto il letto sono sempre stati i nemici notturni. L’incontro vuole essere scoperta invece delle fantasie più dolci e rassicuranti che arrivano dalla notte, come il riposo dopo una lunga e stancante giornata, delle lucciole, protagoniste di questa favola e soprattutto dei sogni, vividi e reali soprattutto di notte”.

    Rilevante è anche il rispetto dei luoghi e delle paura altrui. Non si chiede di eliminare o demonizzare la paura, ma saperla riconoscere e affrontarla con delicatezza e comprensione. E accanto il rispetto di un mondo che vive quando noi siamo addormentati, impegnati a sognare.

    Una paura che affrontano sia grandi che piccini, e che può imbarazzare soprattutto nella crescita personale e sociale.

    On, Off e il mistero della torta scomparsa

    Voi tutti sapete che in ogni casa che si rispetti vivono sempre dei Folletti.
    «Come può essere? – potrebbe chiedermi qualcuno di voi – se io non li ho mai visti?».
    Ve lo garantisco io! È che i folletti sono bravissimi a nascondersi, a non farsi scoprire, ed è per questo che non li avete mai visti!

    Anche nella casa dei Signori Rossi vivono due Folletti: On e Off. I Signori Rossi, naturalmente, non li hanno mai visti, ma sanno che ci sono e se succede che sparisce qualcosa o se si sentono rumori strani, sono prontissimi a dare la colpa a quei due simpatici esseri un po’ magici e un po’ burloni.

    Infatti quel giorno in cui sparì la torta dal frigorifero, il signor Rossi fu subito pronto non solo ad accusare i folletti, ma decise pure di chiamare la DAF, cioè la Disinfestazione Anti Folletti, per eliminarli dalla casa.

    Cosa potevano fare i nostri poveri amici, On e Off, per salvarsi?  L’unico modo era improvvisarsi investigatori per un giorno e scoprire chi fosse il vero colpevole che aveva portato via la torta.

    Dopo una serie di sospetti, di ricerche e di misteri, il colpevole viene trovato, ma …. Questa è una sorpresa, perché il finale sarà veramente molto molto…. Magico….

    Se volete venire anche voi ad aiutare On e Off a svelare il MISTERO DELLA TORTA SCOMPARSA vi aspettiamo il 31 gennaio alle ore 16.00.

    Cosa portare durante lo spettacolo

    Anche in questo spettacolo di Teatro Onlife, per favorire la partecipazione e l’interazione, ai bambini viene chiesto di portare una serie di oggetti. In questo caso:

    • un copricapo qualsiasi

    Cast artistico

    • Pino Costalunga lavora da 40 anni come regista, drammaturgo e attore per il Teatro per adulti e per ragazzi e con progetti di lettura e spettacolo. È membro del coordinamento regionale di lettori professionisti LeggerePerLeggere. È da molti anni ospite di diversi festival nazionali con progetti legati alla lettura ad alta voce; è presenza fissa del Festivaletteratura di Mantova
    • Mariangela Diana, attrice esperta nel settore del teatro ragazzi, tra i finalisti del premio Hystrio alla Vocazione 2019
    • Fabio Bersan, tecnico
    • Stefano Piermatteo, consulente digitale

    Resta in contatto con noi!

    Compilando correttamente il modulo che segue, ti aggiornaremo su spettacoli, eventi, iniziative della fondazione








    Privacy Policy

    Quando invii il modulo, controlla la tua posta in arrivo per confermare l'iscrizione. La tua iscrizione non sarà attiva finchè non verrà confermata