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    Il Barone di Münchhausen

    I viaggi sulla luna, ben due e molto prima di Armstrong, quello in Russia, dove si può trovare un cavallo appeso a un campanile, e l’incontro con Vulcano e Venere sono solo alcune delle numerose avventure del Barone di Münchhausen, l’unico abile a volare sulle palle di un cannone.

    Lo spettacolo

    Oggetto di questa produzione sono i fantomatici viaggi di questo ufficiale realmente vissuto nel 18° secolo e straordinario eroe senza macchia e senza paura, che affronta ogni paradossale situazione con forza e una calma invincibili.

    Nello spettacolo si riprendono alcune di queste avventure in un’età di ragione e sentimenti più consolidati, in un periodo dove spesso è difficile distinguere il falso dal vero, dove le “fake news” sono scambiate per verità dimostrate -forse anche a causa di un eccesso di tecnologia e abbondanza di informazioni. Tra le pieghe di quella carta ingiallita, grazie a un gioco di ruoli tra Barone e servitore, passato e presente, si scopre che le ‘avventure’ del Barone rappresentano lo zibaldone fantastico e disordinato del secolo XVIII. Un periodo storico in cui l’uomo mise piede e mano per uscirne diverso da quello che era prima. Trasformato, ‘rivoluzionato’, con un recipiente colmo di conquiste, ma anche inesorabili incognite. Così se da un lato il Barone di Münchhausen è frutto di una fantasmagoria illimitata, dall’altro le sue avventure rimandano alla realtà di un’epoca di attività incessante, caratterizzata dal trionfo della ragione, in cui si collocano i primi pioneristici viaggi extracontinentali e nuove straordinarie scoperte scientifiche.

     

    Note di regia

    Confrontarci oggi – spiega Pino Costalunga – con quell’abile “narratore”, nonché indomito “raccontatore di bugie” che è il Barone di Münchhausen, vuol dire cercare di tracciare un confine tra credulità e immaginario fantastico, tra realtà e sua rappresentazione, tra la capacità di inventare per gioco e per malizia”.

     

    Recensioni

    Crediti

    • produzione: Fondazione Aida
    • regia di: Pino Costalunga
    • scene: Gilda Li Rosi
    • con: Cesare Soffiati, Fabio Slemer
    • tecnico audio/luci: Mattia Cunico

     

    • tecnica utilizzata: teatro d’attore
    • durata: 60 minuti
    • fascia d’età: dai 6 ai 10 anni
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