Frank Baum ritiene di aver scritto Il Mago di Oz… solo con l’intento di “far piacere ai bambini di oggi”.
Il suo racconto non è immerso in un’atmosfera magica ed iniziatica, tantomeno nella paura. Ma dietro questa facciata semplice e serena la storia svela dei risvolti non meno importanti e formativi dei valori che animano le fiabe di magia.
I simbolici protagonisti del libro vanno incontro alla conferma di ciò che già sono, così la nostra volontà, unita e quella dei nostri compagni di avventura, ci può condurre alla scoperta della nostra identità.
L’altro mondo è dove tutto è possibile, è un luogo “scenico” in cui si possono cambiare i ruoli quotidiani, dare libertà all’utopia.
In questo ideale ambiente avviene la magia della rappresentazione. La storia, l’idea primitiva si trasforma nel contenitore ed affiorano le radici drammatiche e iconografiche del passaggio iniziatico, della festa di fertilità, del Carnevale e del Maggio. La nuova stagione ha come simbolo una giovane, il tempo passato una vecchia. La storia
comincia e trova intorno a sé tutti gli elementi che possono servire per svilupparsi. I personaggi prendono in dono i colori, le sembianze e i costumi dei protagonisti delle feste drammatiche. È il teatro nel teatro. Non c’è azione drammatica senza contrasto o lotta. Ma in ogni evento drammatico c’è un momento di riflessione, una pausa per mediare su ciò che sta accadendo.
Non farsi trasportare troppo dalla finzione è un segno di maturità e serenità, ma soprattutto di sincerità. Il mago non è altro che un burattino, un buffone di carta ridotto a fantoccio. Invenzione e realtà si uniscono misteriosamente nell’improvvisa vita che ricomincia, fino alla decisione di ritornare umane e fino al fantastico rianimarsi del mago Fantoccio.
Verso Oz, all’orizzonte un mondo incantato è andato in scena in prima nazionale a Verona nel 1988.
Lo spettacolo, coprodotto con il Civic Center di Syracuse e la Brooklyn Academy od Music (BAM) di New York, è stato inoltre presentato, presso i due centri, nell’aprile 1989.
Recensioni
Crediti
- Drammaturgia e regia: Gianni Franceschini
- Con: Lua Hadar, Marisa Dolci, Cristina Baldessari, Raffaella Dolci
- Musiche: Carlo Ceriani
- Intervento coreografico: Marcella Galbusera
- Pupazzi, scene e figure: disegnati da Gianni Franceschini e realizzati da Cristina Baldessari, Marisa Dolci, Raffaella Dolci, Lua Hadar, Gianni Volpe
- Costumi: Helga Lercher
- Consulenza pedagogica: Paola Cucchiara
- Luci: Alex Alzetta