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    “Rinaldo Olivieri, Architetto e scenografo. Genio e razionalità”

    Da venerdì 10 ottobre a domenica 30 novembre 2008 nel foyer del Teatro Camploy sarà visitabile ad ingresso libero la mostra “Rinaldo Olivieri, Architetto e scenografo. Genio e razionalità”, organizzata dall’Associazione Amici di Rinaldo Olivieri in collaborazione con il Comune di Verona e la Provincia di Verona, con il patrocinio della Regione del Veneto, il coordinamento organizzativo di Fondazione Aida Teatro Stabile di Innovazione e il sostegno di Intesa San Paolo Private Banking, CrediVeneto Credito Cooperativo, Vicenzi Group, Rotary Club di Verona Soave.

    In occasione dell’apertura della mostra, venerdì 10 ottobre alle ore 17 sempre al Camploy, è previsto il convegno “Omaggio a Rinaldo Olivieri. Una vita tra architettura e spettacolo” con alcuni degli “amici” e sostenitori dell’opera dell’architetto.

    Rinaldo Olivieri è architetto e scenografo conosciuto a Verona e a livello internazionale per i numerosi progetti, dal Camploy, all’archiscultura  della stella che incornicia  l’Arena durante le feste natalizie. Olivieri è stato inoltre autore delle scenografie di importanti opere liriche dell’Arena e del Teatro Filarmonico.

    Biografia Rinaldo Olivieri

    Rinaldo Olivieri (1931-1998) si iscrive alla facoltà di Architettura di Venezia dopo aver ottenuto la maturità classica. Durante il periodo universitario svolge contemporaneamente una intensa attività teatrale fondando il “Piccolo Teatro della città di Verona” e collaborando a scenografie dei festival areniani. Laureatosi nel 1962, esercita in Italia ed inizia l’attività in alcuni paesi dell’Africa e, in occasione dell’EXPO 70 ad Osaka (Giappone), realizza i padiglioni per la Costa d’Avorio e Gabon. Nel decennio ‘60-’70 alterna la sua attività di architetto tra l’Italia e la Costa d’Avorio. Di questo periodo si ricorda, tra le più significative, la “Pyramide” di Abidjan, la scuola a S. Bonifacio (Verona), il municipio di Trevenzuolo (VR), la chiesa di S. Benedetto a Verona e una lunga serie di progetti per l’Africa e di partecipazione a concorsi vari. E’ del 1979 la partecipazione alla mostra internazionale “Transformation in Modern Architecture” allestita da Arthur Dexler nel Museum of Modern Art (M.O.M.A.) a New York.
    Fa parte dei primi progettisti particolarmente segnalati al Concorso Internazionale per la nuova sistemazione della Halles di Parigi e, quindi, viene inserito nella mostra itinerante per le Halles a Parigi, Firenze, New York e Londra.  Nel decennio successivo rallenta la sua attività di architetto per dedicarsi dal 1982 alla 1998  particolarmente alle scenografie teatrali per l’Arena di Verona, per il Theatre Royale de Wallonie di Liegi, per il Grosfestpielhaus di Salisburgo, nonchè per l’Olimpic Pool di Tokyo e per grandi spazi della “Messe” di Francoforte. Successivamente per Berlino, Vienna e negli ultimi anni Lubiana e Cipro. In particolare per l’Arena di Verona progetta gli allestimenti scenici di importanti opere liriche, fra le quali “Aida”, tratta dal Fagioli del 1913, “Nabucco”, fino al 1998 e “Carmen”, e per il Teatro Filarmonico di Verona “La figlia di Iorio” e “Trovatore”. Le sue opere sono state pubblicate su riviste internazionali di architettura. Inoltre esistono due libri su di lui: “Rinaldo Olivieri, Architettura come luogo della memoria”, di Claudio di Luzio, ed. Dedalo e “Rinaldo Olivieri, il Teatro Camploy a Verona”, a cura di Sergio Signorini, ed. Skira. Nel 1998 ha progettato il teatro nel centro di Oberhausen (Germania) e le scenografie a Berlino per il musical “Il signore degli anelli”, tratto dal romanzo di J.R.R.Tolkien. Il 21 aprile dello stesso anno si inaugura finalmente il teatro Camploy, progettato già nel 1982. Da ricordare anche la nota archiscultura della stella che ogni anno, nel periodo natalizio, incornicia l’Arena di Verona.

    Hijab o del confine

    Nel 2007 Fondazione AIDA ha preso parte al programma europeo Crossing Borders-Connecting Cultures Cultura 2007-2013 con il progetto ReconcArt acronimo di Riconciliazione attraverso l’arte: percezioni del Hijab.

    Il progetto ha l’obiettivo di esplorare le questioni fondamentali legate al significato del HIJAB (velo in arabo) e come esso è accolto dalle donne musulmane e italiane.

     

    I Paesi partner coinvolti sono  Grecia e Bulgaria.
    Per l’Italia il progetto ha coinvolto un gruppo di dodici donne, provenienti da Algeria, Marocco, Siria, Palestina, Brasile e Italia, le quali, da marzo 2008, hanno partecipato a un laboratorio di narrazione teatrale che ha dato loro l’occasione di espressione e confronto sul significato del hijab (velo in arabo).

    La naturale evoluzione di questo percorso ha portato all’allestimento di uno spettacolo teatrale dal titolo: HIJAB o del CONFINE: voci e sguardi di donne tra il mondo nascosto e il mondo sacro del velo, per la regia di Letizia Quintavalla (tra i fondatori del Teatro delle Briciole di Parma) che come ha spiegato è portato sul palco “non per dare risposte ma per suscitare negli altri la voglia di ricerca”.

    L’allestimento teatrale è affidato a sette donne che si sono fatte portavoce di tutto il gruppo dei laboratori.
    Un esempio di mediazione culturale, che ribadisce come l’arte può produrre cambiamento e interrogativi sulla natura del confine che ciascuno porta dentro  di sé e sulle possibilità di un confine condiviso.

    Il cast artistico

    La drammaturgia è stata scritta a quattro mani da: Letizia Quintavalla (regista), Gabriel Maria Sala (Direttore Master in Mediazione culturale-Università di Verona), Rosanna Sfragara (attrice di Fondazione Aida e curatrice dei laboratori) Susanna Bissoli (scrittrice).

    Ai laboratori hanno partecipato: Livia Alga, Sandra Calcagnile, Rossella Cevese, Elena Migliavacca, Siham Khalaile, Ladib Zhora Fatima, Fatima Ismaili, Huda Milad, Elena Spola, Cinzia Vigilante, Hanan Essoubai, Asmaa Chakir e hanno collaborato le mediatrici linguistico-culturali Jamila Chtioui e Najat Rezki.

     

    La tournée

    Lo spettacolo inoltre è stato presentato in una tournée internazionale a Verona, Atene, Mantova, Gibellina, Sesto San Giovanni e Concese.

     

    I partner

    Il progetto è realizzato con la collaborazione di: Commissione Pari Opportunità della Regione del Veneto, Università di Verona, Direzione Generale Education and Culture – Culture della Commissione Europea.